Twitter sta diventando uno strumento molto popolare e, sempre con più maggiore frequenza, nel misurare l’impatto sui media di una particolare notizia si fa riferimento all’incremento del numero dei tweet in un determinato intervallo di tempo. Una recente ricerca di Precise, riportata dal giornale inglese The Guardian, evidenzia però che ad un incremento di traffico su twitter non sempre corrisponde una “tempesta perfetta” mediatica.
Il report 2011 – The year of the perfect Twitter storm evidenzia infatti che esistono 3 diversi tipi di “tempeste” mediatiche:
- la tempesta perfetta: un evento che nasce su twitter e viene poi amplificato a tal punto da approdare sugli altri media (esempio: i recenti problemi dei Blackberry);
- una tempesta in un bicchier d’acqua (una tempesta in una tazza da te’, come viene definita in maniera molto efficace nella la lingua inglese): una notizia che riscuote un interesse relativo in termini di tweets ma a cui altri media attribuiscono una particolare importanza;
- una tempesta twitter-only: una storia che riceve una particolare attenzione su twitter ma che non trova spazio sugli altri media.
Sembra quindi che l’interazione tra quello che accade su twitter e gli altri media sia ben più complessa di quello che si possa immaginare. La cosa non deve sorprendere visto che twitter è uno strumento talmente recente che le sue dinamiche e le sue potenzialità sono ancora da esplorare compiutamente.