Quale frequenza per la pubblicazione dei post sui social media?

frequenza pubblicazione social media

Non è un segreto che la pubblicazione di contenuti sui canali social contribuisca ad aumentare le interazioni con il proprio pubblico e migliorare la propria visibilità in Rete. Premesso che è sempre necessario aver elaborato un piano editoriale, con quale frequenza pubblicare post sui social network per ottenere condivisioni, incremento del traffico e un aumento delle interazioni?

Siamo sicuri che valga l’equazione maggiore frequenza uguale maggiori risultati? Questi quesiti (come quello relativo all’orario migliore per l’invio di una newsletter) sono spesso nella mente di chi si occupa di web e social media marketing e sono oggetto di frequenti indagini e ricerche di mercato.

Il risultato di 14 diversi studi è stato raccolto e sintetizzato da Coschedule in un utile infografico, che riporta alcuni risultati interessanti e suggerisce frequenza e orari ottimali di pubblicazione per i principali social network (Facebook, Twitter, Pinterest, Linkedin, Google+, Instagram).

Frequenza di pubblicazione dei post  per i vari social media: suggerimenti

Facebook

Ahalogy suggerisce di pubblicare non più di 1 volta al giorno per evitare che il proprio contenuto possa essere assimilato allo SPAM. Consiglia anche di condividere contenuti di altri siti o social a giorni alterni.

Twitter

15 tweet al giorno sono il numero di tweet ottimali secondo uno studio Quick Sprout. La loro indagine suggerisce anche gli orari migliori per pubblicare i Tweet (v. Fig. 1).

frequenza pubblicazione twitter

Fig. 1: frequenza pubblicazione su Twitter (Quick Sprout)

Pinterest

Secondo Ahalogy i risultati migliori si ottengono con una frequenza di 11 -30 pin al giorno distribuiti durante tutta la giornata. Per questo social network il re-sharing gioca un ruolo importante e si suggerisce quindi la condivisione di almeno 5 contenuti altrui a giorni alterni (v. Fig. 2).

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Fig. 2: frequenza pubblicazione su Pinterest (Ahalogy)

Linkedin

Anche nel caso del social network professionale si raccomanda la pubblicazione di al massimo un post al giorno.

Instagram

Riguardo il social network “visuale” per eccellenza, le indicazioni di Buffer sono quelle di ispirarsi ai marchi di maggiore successo che pubblicano su Instagram 1 o 2 volte al giorno.

Frequenza pubblicazione social media: fonti

Per approfondire questo tema potete scaricare l’infografico “how often to post on social media” o consultare gli articoli originali:

  •  Scopri le regole social per avere successo su Pinterest (Ahalogy)
  • Con quale frequenza pubblicare sui social? Infografico con suggerimenti e indagini di mercato (Buffer)
  • Cosa e quanto spesso pubblicare sui social media? (Constant Contact)
  • Una ricerca sulla frequenza ottimale di pubblicazione sui social network (DowSocial)
  • Un benchmark sulle frequenze di pubblicazione in 9 diversi settori merceologici (HubSpot)
  • Errori da evitare sui social media (Localvox)
  • Il parere di Michelle MacPhearson, esperta Pinterest (post non più disponibile online)
  • Gli orari migliori di pubblicazione sui social networks (Nulou)
  • Non tirare ad indovinare: ecco una social media strategy che funziona (Quick Sprout)
  • Una ricerca sulla frequenza di pubblicazione su Facebook, Pinterest, Twitter e Instagram Mari Smith
  • Quanto spesso dovete pubblicare sui social secondo gli esperti (Neil Patel su Forbes)
  • Come ottimizzare la frequenza di pubblicazione sui social networks (Social Media Week)
  • La verità sulla frequenza di pubblicazione sui social media (Jay Baer – Convince And Convert
  • Risultati di una ricerca di Adobe.

Osservatorio Competenze Digitali 2015: ecco i principali risultati

blog post - Osservatorio Competenze Digitali

Osservatorio Competenze Digitali 2015

Lo scorso 15 gennaio si è svolta a Roma la seconda edizione dell’ Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto dalle principali associazioni ICT: AICA, Assinform, Assintel e Assinter Italia e promosso dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e realizzato da NetConsultingcube.

Il tema della trasformazione digitale delle aziende e delle competenze necessarie richieste da uno scenario economico sempre più competitivo è infatti diventato in tempi recenti un argomento a cui guardano con molta attenzione diversi attori: aziende, scuola, governo e Pubblica Amministrazione.

Principali risultati

Ecco i punti più importanti emersi dallo studio, che ha interessato le Pubbliche Amministrazioni e le aziende ICT coinvolte nelle fasi della domanda e dell’offerta (55 aziende del settore ICT, 30 aziende utenti, 35 enti PAC e PAL).

La Digital Transformation è la principale sfida per le aziende italiane (v. Fig.1)

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Fig. 1: la sfida della Digital Transformation

Aziende e PA sono decisamente consapevoli (80-90% dei rispondenti) dell’impatto della digital transformation e della necessità di sviluppare e adeguare le proprie competenze digitali sulla spinta dei nuovi trend, quali mobile, digitalizzazione di flussi e processi, business analytics, IOT, cloud computing, evoluzioni Web, pagamenti elettronici (v. Fig. 2).

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Fig. 2: le aree di investimento nelle competenze digitali

Il livello di copertura delle competenze varia sensibilmente a secondo degli attori in gioco: si va dal 73% delle aziende ICT al 67% delle società in-house delle Regioni e Province Autonome al 48% delle aziende utenti, per poi scendere al 41% nella PA Centrale e al 37% nella PA Locale.

I profili più ricercati (v. Fig. 3) nelle aziende ICT sono il Security Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Analyst. Nelle aziende utenti e nella PA sono il CIO, il Security Manager, il Database Administrator e il Digital Media Specialist, l’Enterprise Architect, il Business Information Manager, l’ICT Consultant e il Business Analyst.

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Il percorso scelto per la crescita delle competenze interne è basato prevalentemente sul training on the job (v. Fig. 4). In generale le giornate dedicate alla formazione sono pochissime: la media è di 6,2 giornate annue pro-capite nelle aziende ICT, 4 nella PA, 3 nelle aziende utenti.

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Fig. 4: il percorso di crescita per le competenze

Conclusioni

In sintesi, i dati presentati durante l’evento evidenziano come nel nostro paese la cultura e le competenze digitali non riescano a tenere il passo con la società e l’economia. Senza una condivisione e collaborazione strategica tra mondo dell’istruzione e del lavoro l’Italia corre il serio rischio di vedere ampliato il gap che ad oggi la separa da altre economie maggiormente sviluppate.

Purtroppo si continua invece a disperdere tempo ed energie nelle diatribe tra Digital Champions, Digital Minions o discussioni analoghe.

Approfondimenti

[sf_button colour=”accent” type=”standard” size=”standard” link=”http://www.slideshare.net/socialmediaeasy/osservatorio-competenze-digitali-2015″ target=”_blank” icon=”ss-inbox” dropshadow=”no” extraclass=””]Scarica l’Osservatorio delle Competenze Digitali[/sf_button]

Il SocialMediAbility Index delle aziende italiane

valore medio indice SocialMediAbility

Quanto sono social le aziende italiane? Come è cambiato nel tempo il loro approccio verso i nuovi media? A queste domande ha cercato di rispondere una recente indagine condotta dallo IULM (Libera Università di Lingue e Comunicazione), che ha intervistato 720 aziende italiane nei settori Alimentare, Bancario, Elettronica, Hospitality, Moda e Pubblica Amministrazione.

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La banca italiana sempre piu’ social?

banca italiana social

Molte banche italiane si stanno dedicando allo sviluppo della propria presenza sui social media, affrontando le sfide culturali, operative ed organizzative che i nuovi media digitali presentano per un settore altamente regolamentato come quello dei servizi finanziari. l’Ufficio Studi di KPMG Advisory ha recentemente condotto una indagine su 21 banche, nazionali ed estere, presenti sul mercato italiano.

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Quanto sono social le aziende italiane? I risultati dell’indagine 2013 di eCircle

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Le aziende italiane si stanno gradualmente avvicinando ai social media anche se continua a prevalere un certo grado di improvvisazione. Questo il principale risultato che emerge dall’indagine, condotta dalla Divisione Ricerche di ANVED (Associazione Nazionale Vendita a Distanza) con la collaborazione di eCircle (fornitore di servizi di email marketing) e CRIBIS D&B. 

L’indagine, giunta alla seconda edizione, è stata svolta tramite un questionario di raccolta dei dati sottoposto online durante il mese di gennaio 2013 ad un target di oltre 3000 aziende italiane estratto dal database di eCircle e Cribis D&B.Continue reading