Novità: Career Plan Update – Per(corso) di allineamento professionale

reputazione digitale: paracadute

Chi segue questo blog sa che parlo abbastanza spesso dei temi relativi a personal branding, reputazione digitale ed in generale come i canali digitali possano essere di aiuto a chi guarda al mercato del lavoro in cerca di una nuova collocazione o a un riposizionamento professionale. In altre parole una forma di paracadute da aprire in caso di necessità.reputazione digitale: paracadute

Su questo tema ho il piacere di segnalare una nuova iniziativa, il Career Plan Update, che mi vede personalmente coinvolto insieme ad altri due professionisti, Alessandra Azara e Mariella Bruno.

Il Career Plan Update non è un corso di formazione nella accezione usuale del termine, ma bensì un percorso completo di induction e allineamento professionale che affianca il professionista nell’analisi delle motivazioni al cambiamento, nello sviluppo della propria reputazione digitale e di un adeguato network relazionale.

Per maggiori informazioni scarica la brochure o leggi la descrizione completa del Career Plan Update.

Lavoro: come le competenze digitali possono aiutare gli over 50?

utilizzo strumenti digitali over 50

Competenze digitali e riqualificazione degli over 50 che perdono il lavoro (o che sono comunque alla ricerca di un riposizionamento professionale all’interno della propria azienda) sono due temi strettamente legati e di cui non si parla ancora abbastanza, dando maggiore attenzione al problema dell’inserimento lavorativo dei più giovani.

Una recente indagine commissionata da Google a Ipsos approfondisce in dettaglio la relazione tra competenze digitali e lavoro tra gli italiani over 50, fornendo alcuni interessanti spunti di riflessione.

Scarica qui lo studio completo Google e Ipsos sulle competenze digitali degli over 50 in Italia.

Ai fini dello studio, Ipsos definisce come competenze digitali “la capacità di usare computer o smartphone per trovare informazioni via Internet, ma anche alla capacità di valutare, archiviare, presentare, scambiare e condividere con altri queste informazioni”.

Competenze digitali over 50: principali risultati dello studio

Internet viene utilizzato prevalentemente per fare ricerche, inviare messaggi, informarsi su prodotti e servizi e cercare lavoro (Fig.1).

competenze digitali over 50: utilizzo strumenti

Fig. 1

Avere competenze digitali adeguate è riconosciuto come importante sia per il lavoro che per la sfera personale (Fig. 2). Tale importanza è fondamentale per il 94% degli intervistati (un campione di 204 persone nella fascia di età 50 – 60 anni). Tuttavia negli ultimi 2-3 anni solo il 14% ha dedicato tempo ad attività specifiche per migliorare le proprie digital skills, come corsi online o corsi aziendali o autoformazione, cercando informazioni online per saperne di più.

competenze digitali e lavoro over 50

Fig. 2

Il gap formativo da superare esiste ma non è insormontabile: tra i principali timori che frenano la fruizione degli strumenti digitali sono stati indicati la difficoltà nel padroneggiare la lingua inglese (22%), la mancanza di figure che siano guide a cui fare riferimento (20%), la difficoltà di dare concretezza a quanto si apprende (13%).

In conclusione, pur essendo consapevoli dell’importanza delle competenze digitali, solo pochi over 50 si sono attivati per colmare il gap formativo che li allontana sempre di più dal mercato del lavoro e che limita fortemente le loro possibilità di sviluppare una adeguata reputazione digitale ed un personal brand unico e distintivo per ricollocarsi nel mercato del lavoro o intraprendere una nuova attività imprenditoriale.
Tale situazione è particolarmente allarmante, anche alla luce dei dati dell’Unione Europea che stima in 900 mila i posti di lavoro che resteranno vacanti entro il 2020 per la carenza di competenze digitali. Già oggi circa il 40% della forza lavoro in Europa non possiede adeguate digital skills e il 14% non le ha per nulla.

I candidati e le aziende si incontrano sui Social Media

social recruiting: strategie di personal branding

La rapida affermazione di Linkedin e di altri servizi online ha ormai reso i Social Media strumenti imprescindibili per gli attori della ricerca e selezione del personale, siano essi aziende o candidati. E non si tratta solo di strumenti nuovi: sono cambiati i luoghi, le dinamiche e le modalità di ricerca del lavoro.

Cerchiamo di esaminare questi cambiamenti sia dal punto di vista del candidato che da quello dell’azienda.Continue reading

Non ti serve fare Personal Branding…ma sei proprio sicuro?

personal branding il circolo virtuoso

Quando si parla di “self marketing” o di strategie di Personal Branding ci si imbatte spesso in quello stesso tipo scetticismo e forte spirito critico che, per vari motivi, pervade il mondo di chi si tiene ancora lontano dal mondo dei social media – “si, si tratta di qualcosa che può essere utile ma non fa al caso mio”.

Perchè fare Personal Branding?

Eppure basterebbe riflettere sul fatto che costruire un brand personale è un fattore importante in molte, se non in tutte, le fasi che possiamo incontrare durante la nostra vita professionale:

  • la ricerca del primo lavoro. I candidati con un forte personal brand hanno il vantaggio di potersi distinguere  in un mercato del lavoro affollato e competitivo e dove le esperienze accademiche e lavorative presentano poca differenziazione tra una persona e l’altra. Le società iniziano a guardare, oltre a qualifiche tradizionali e competenze, anche nuovi parametri come l’influenza online (Klout). Ad esempio la multinazionale americana Salesforce.com ha recentemente pubblicato un annuncio di lavoro dove un Klout superiore a 35 rappresentava un requisito gradito per la posizione da ricoprire.

strategie di personal branding

  • la salvaguardia dell’attuale posto di lavoro. Come ci ricorda in maniera ironica la figura seguente con il tweet di Carla Corigliano, viviamo in un mondo in cui anche per l’Italia è tramontato il sogno del “posto fisso”. Pensare a uno sviluppo professionale all’interno della propria azienda è un modo non solo per cercare un avanzamento ma anche per salvaguardare la propria posizione lavorativa. Ci stiamo spostando da una “Knowledge economy” ad una “social economy” e le aziende, ci piaccia o no, apprezzeranno sempre di più chi ha la capacità di distinguersi come influencer nella propria area di competenza.

papa_tweet

  • il re-inserimento nel mercato del lavoro. Per i lavoratori maturi espulsi dal mercato del lavoro è fondamentale dedicarsi in maniera pro-attiva alla valorizzazione di sé stessi, in un’ottica di riqualificazione o eventuale riconversione professionale. Sotto questo punto di vista valorizzare il proprio Personal Brand, facendo leva sulle opportunità di visibilità offerte dal web e dai social media, è un passo importante nel difficile cammino che dovrà portare  la persona a  ri-affermare la propria autorevolezza e leadership, eventualmente cercando una ricollocazione come professional o freelance. Senza tema di smentita, si può tranquillamente affermare che un lavoratore maturo che faccia un bilancio personale delle proprie risorse e potenzialità può senz’altro trovare una o più aree dove è ancora in grado di eccellere e di dimostrare la propria competenza.
  • il lancio di una iniziativa imprenditoriale. La scelta fatta da molti in virtù di un certo spirito imprenditoriale insito nel proprio DNA e intrapresa da molti altri solo perché sono le circostanze a dettare questa strada (impossibilità di trovare un lavoro dopo gli studi o, come descritto nel punto precedente, difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro). Come dice Marco “Monty” Montemagno, un giovane imprenditore digitale, “Non cercare un lavoro. Crea un lavoro!”.
    E ricordatevi che al giorno d’oggi non esiste più molta differenza tra business e personal brand!

Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento. — Charles Darwin

Per approfondire il tema del Personal Branding per la ricerca del lavoro o per lo sviluppo di una tua attività imprenditoriale.

Web reputation e candidati manager: indagine MCS

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Nelle selezioni di manager la referenza diretta è considerata più affidabile della web reputation.
I social network sono un’arma a doppio taglio per i manager nelle selezioni di lavoro: una eccessiva esposizione può essere controproducente, anche se l’assenza totale può essere interpretata come gap tecnologico e incapacità di creare network professionali. È quanto emerge da una ricerca condotta fra oltre 100 direttori delle risorse umane da MCS, società di ricerca e selezione di middle manager con sedi a Milano, Roma e Bologna.

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