Quale formato scegliere per il vostro podcast?

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La scelta del formato del podcast è una delle decisioni più importanti da prendere nel momento in cui decidiate di adottare questo strumento di comunicazione. Come abbiamo detto nella nostra guida pratica “5 passi per creare il tuo podcast”, si tratta di strumenti relativamente nuovi ma che stanno rapidamente prendendo piede nell’ambito di strategie di marketing online per costruire e mantenere la reputazione, sia aziendale che individuale.

Il formato del podcast è una decisione fondamentale dal momento che avrà un forte impatto sul tono di voce da adottare, sulla scelta del pubblico di riferimento e sull’impegno necessario alla sua realizzazione. Anche se il podcast è un media relativamente giovane e in continua evoluzione, possiamo cercare di classificarlo nei formati maggiormente utilizzati:

  • Intervista
  • Conversazione
  • Monologo
  • Documentario
  • Racconto
  • Storytelling
  • Ibrido

Esaminiamo brevemente le caratteristiche di ogni singolo formato con alcuni vantaggi e svantaggi.

Intervista

Questo tipo di formato è uno dei più popolari nel mondo del podcast e prevede normalmente un conduttore e un ospite diverso per ognuno degli episodi. Il successo e la validità del podcast (che può avere anche una durata di 2 ore) dipendono ovviamente dalla qualità dell’ospite, che deve essere un esperto della tematica in discussione, e dall’abilità del conduttore nel gestire la conversazione in maniera fluida.

Vantaggi:

  • Semplicità di produzione.
  • Richiedono poche attività di editing.

Svantaggi:

  • Difficoltà nell’individuare il giusto ospite.
  • Non è facile mantenere il livello di attenzione degli ascoltatori per l’intera durata del podcast.

Esempi:

  • Marco Montemagno. L’imprenditore e influencer italiano cura personalmente un podcast dove alterna interviste a monologhi in cui si commentano i principali avvenimenti del panorama web-tech mondiale.
  • The Tim Ferriss Show. Secondo le parole dello stesso autore, nel suo podcast prova a “studiare” alcuni leader nel loro settore di eccellenza (investimenti finanziari, scacchi, sport professionistici, etc), scavando in profondità per scoprire strumenti, tattiche e trucchi che potranno essere utilizzati dagli ascoltatori.

Conversazione

Si tratta di una conversazione tra 1 o 2 conduttori ed un ospite ma a differenza dell’intervista, l’ospite non deve essere necessariamente una personalità di spicco o con un nome capace da solo da attirare un vasto pubblico di ascoltatori. Questo tipo di podcast è più simile ad una conversazione tra 2 amici che a un’intervista formale.

Vantaggi:

  • Semplicità di produzione.
  • Formato molto popolare ed apprezzato.

Svantaggi:

  • Sono necessari due conduttori, cosa che può comportare problemi organizzativi o logistici.
  • Difficoltà nel saper mantenere il livello di attenzione degli ascoltatori per l’intera durata del podcast.

Esempi:

  • Quasidì, che racconta le difficoltà di crescere e vivere in modo responsabile. Le voci sono di Ilenia Zodiaco e Valentina Tomić.
  • Morgana, di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri racconta le donne anticonvenzionali (”un po’ fate e un po’ streghe”).

Monologo

In questo caso il podcast ha un unico speaker e affronta un argomento particolarmente rilevante per l’autore. Ogni episodio è basato sull’esperienza o competenza specifica del podcaster e può affrontare temi più svariati, dal brano di un romanzo ad una serie di consigli.

Vantaggi:

  • Molto facile da organizzare non richiedendo il coinvolgimento di altre persone
  • In grado di rendere più intima la conversazione con il proprio pubblico

Svantaggi:

  • Richiede un’accurata pianificazione della scaletta
  • È necessario saper coinvolgere e trasmettere al pubblico la propria passione perchè i podcast sia effettivamente efficace.
  • Non è possibile arricchire il podcast con il contributo di idee o spunti di discussione da parte di altre persone

Esempi:

  • Akimbo di Seth Godin. Il conduttore, uno degli esperti di marketing più famosi al mondo, affronta temi incentrati sul concetto di cultura e su come tutti noi possiamo fare qualcosa per cambiarla (v. Fig. 1).
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Fig. 1: Akimbo, il podcast di Seth Godin

Contenuto informativo

Possiamo considerare questo formato come un’evoluzione del formato intervista, con il contributo di diverse persone e una struttura articolata in varie sezioni. In altre parole si tratta dell’equivalente in formato podcast di un documentario e richiede quindi un elevato livello qualitativo sia in termini di approfondimento che di qualità sonora (sigla iniziale, stacchi musicali per unire le varie sezioni, etc).

Vantaggi:

  • Formato molto coinvolgente, assimilabile a quello di una tradizionale inchiesta televisiva.
  • Si possono riutilizzare contenuti audio già prodotti per realizzare un podcast di qualità ancora più elevata.

Svantaggi:

  • Molto impegnativo in termini di risorse.
  • Richiede molto tempo da dedicare alla pianificazione e produzione.

Esempi:

  • Rabbit Hole di Kevin Rose. Il giornalista del New York Times esplora in 9 episodi cosa succede alle nostre vite quando decidiamo di andare online.
  • Masters of Scale di Reid Hoffman. Negli episodi di questo podcast il fondatore di Linkedin condivide le storie di successo di imprenditori che sono riusciti a far crescere la loro start-up da zero a molti milioni di dollari.

Racconto

Anche con un podcast è possibile creare delle “fiction” e riproporre i formati normalmente adottati nelle serie televisive o nelle trasmissioni radiofoniche di molti anni fa (i cosiddetti radiodrammi).

Vantaggi:

  • Formato molto coinvolgente.
  • Molto spazio per la creatività.
  • Offre opportunità interessanti in quanto è un formato del podcast narrativo al momento poco utilizzato.

Svantaggi:

  • Molto impegnativo in termini di risorse.
  • Richiede molto tempo da dedicare alla pianificazione e produzione.

Esempi:

  • Welcome to Night Vale, un podcast presentato come una trasmissione radiofonica in cui si parla degli strani eventi che accadono nella immaginaria città di Night Vale.
  • Sbagliata. Sei episodi in cui gli ascoltatori vivono la storia di Emma (interpretata da Pilar Fogliati), una ragazza romana di 30 anni, e dei suoi appuntamenti falliti fino a quando non avviene per errore l’incontro con Matteo.

Storytelling

Con questo termine si indicano i podcast dove vengono raccontate, con un particolare taglio narrativo, delle storie di cronaca, come ad esempio delle investigazioni su delitti o persone scomparse. Si tratta di un formato che sta divenendo rapidamente molto popolare sulle ali del successo di Serial, un podcast del genere true crime stories (v. Fig. 2).

Fig. 2: Il sito web del podcast Serial

Vantaggi:

  • Formato molto coinvolgente.

Svantaggi:

  • Molto impegnativo in termini di risorse.
  • Richiede molto tempo da dedicare alla pianificazione e produzione.

Esempi:

  • Serial.
  • Veleno. Ispirato al più famoso Serial, si tratta di un reportage in sette puntate in cui Pablo Trincia e Alessia Rafanelli di Repubblica raccontano il caso di alcuni bambini sottratti alle rispettive famiglie, una ventina di anni fa, nella provincia di Modena.

Ibrido

I creatori dei podcast in realtà non sono vincolati ad utilizzare un formato piuttosto che un altro e hanno quindi la possibilità di esplorare nuove tipologie di podcast (ognuno con i propri pro e contro) che prevedano uno o più dei formati che abbiamo indicato.

Esempio:

  • Business Casual di Morning Brew, in cui l’host Alex Lieberman intervista le personalità più rilevanti in vari settori (venture capital, streaming, social media, etc) facendo domande a cui è oggettivamente molto difficile rispondere (ad es.: riuscirà il capitalismo a sopravvivere?).
  • Digital Innovators di Catobi, una community di professionisti orientata alla condivisione digitale.

Concludendo questa rassegna dei principali formati, ti segnaliamo che, così come è avvenuto per le serie televisive, anche nel mondo del podcast stanno arrivando titoli dall’estero doppiati in Italiano.

In attesa della versione doppiata di The Serial, segnaliamo:

  • Assassin’s Creed – Gold, di Anthony Del Col, tratta dal famoso gioco della Ubisoft;
  • The Sandman, serie in audio tratta dai fumetti di Neil Gaiman;
  • Auris, di Sebastian Fitzek.

Tutto quello che devi sapere per distribuire il tuo podcast

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In un articolo precedente abbiamo visto i passi che devi seguire per creare il tuo podcast. Dopo aver creare il contenuto è quindi il momento di passare al “lancio” del tuo podcast. Prima di andare avanti però dobbiamo esaminare i diversi tipi di servizi online che ti permetteranno di gestire e distribuire il podcast al tuo pubblico.         
Infatti si tende ad associare i servizi di podcast unicamente a nomi come iTunes (Apple Podcasts) o Spotify, ma queste piattaforme sono in realtà delle podcast directory. Il tuo podcast ha anche bisogno di un sito web dove essere ospitato prima di essere inviato a queste directory.

Oltre agli strumenti di registrazione e di editing che ti hanno permesso di creare il tuo contenuto in formato MP3, ti serviranno quindi degli specifici servizi per le funzioni di storage e di distribuzione dei tuoi files:

  • podcast hosting;
  • podcast directory;
  • podcast website.

Dedichiamo ora alcune righe per descriverne funzionalità, differenze e i principali player.

Come distribuire podcast: Podcast hosting

I siti di podcast hosting sono piattaforme online per il salvataggio dei files audio. Un episodio verrà trasmesso in streaming dal sito di podcast hosting, sia che l’ascoltatore utilizzi un servizio di Directory come Spotify sia un tuo sito web.

In pratica è costituito da un server web per consentire il download dei file, i file audio e un feed RSS[1] che descrive il tuo file audio.

Uno dei benefici di un sito di podcast hosting è la possibilità di distribuire il contenuto simultaneamente su diverse directory. In realtà potresti anche farlo tu stesso, con un procedimento più laborioso, collegandoti ad ogni singola directory ma saresti costretto ad avere un account su ogni singolo servizio.

Un altro potenziale beneficio di questo tipo di servizio è relativo agli aspetti di monetizzazione. I siti più importanti di podcast hosting hanno infatti dei rapporti di collaborazione con grossi brand che sono interessati a promuovere inserzioni pubblicitarie all’interno dei podcast di successo.

Tra le aziende che forniscono servizi di podcast hosting citiamo:

  • Buzzsprout
  • Libsyn
  • Spreaker
  • PodBean
  • Transistor
  • Simplecast
  • Captivate

Merita una particolare menzione Anchor, servizio acquisito da Spotify nel 2019, che offre anche alcune funzionalità per la registrazione di audio di alta qualità ad utenti con esperienza minima (v. Fig. 1).

fig 1 anchor come distribuire podcast
Fig. 1: le opzioni offerte da Anchor per la creazione di un podcast

Come distribuire podcast: Podcast directory

I servizi in questa categoria sono siti web che ricevono i feed RSS dal podcast hosting e li organizzano in modo che possano essere trovati ed ascoltati dal pubblico tramite app specifiche per podcast (come ad esempio l’app pre-installata su iPhone) o desktop computers.

Grazie ai meccanismi di sincronizzazione offerti dalla maggior parte dei servizi di podcast hosting, sarà sufficiente caricare i tuoi contenuti sul tuo account perchè questi vengano trasferiti alle directory e resi disponibili per l’ascolto dalla tua audience.

Ecco alcune delle principali podcast directory:

  • Apple Podcasts (in precedenza chiamata iTunes Podcasts);
  • Spotify;
  • Google Podcasts;
  • Stitcher;
  • TuneIn;
  • Audible:

Data l’importanza di queste piattaforme, vedremo più avanti una breve panoramica dei principali player del mercato del podcasting (Apple, Spotify, Google e, più di recente, Facebook).

Come distribuire podcast: Podcast website

In questo caso, al posto di un servizio specializzato di podcast hosting, viene utilizzato dai podcaster un proprio sito web. Il vantaggio di questa soluzione è la maggiore flessibilità in termini di promozione del proprio brand e personalizzazione dei contenuti associati al podcast.

Ad esempio, utilizzando un tuo sito web potrai usare la sezione blog del sito e creare un post per ogni episodio. Con questa soluzione, oltre al podcast stesso, ogni post potrà ad esempio contenere:

  • la trascrizione integrale del testo
  • note
  • annunci pubblicitari, link di affiliazione o altri meccanismi di monetizzazione
  • una form di registrazione ad una mailing list.

In generale ti consigliamo di avere tutti e tre i servizi.
Il sito di podcast hosting (come Spreaker) è dove caricherai i tuoi files audio, mentre le piattaforme che fungono da podcast directory (ad es. Spotify) saranno il luogo dove il pubblico troverà i tuoi contenuti.
Infine il tuo sito web personale ti servirà per fornire maggiori informazioni sul podcast e sulla tua attività di creator o di quella della tua azienda.

I big player del podcasting

Rimaniamo sul tema di come distribuire il podcast e, prima di passare agli aspetti di promozione del podcast, facciamo una breve digressione per descrivere chi sono i principali attori nel settore della distribuzione dei podcast e come sta evolvendo il mercato.

Apple Podcasts

Apple ha avuto il monopolio de facto nel mercato del podcasting per molto tempo. La casa di Cupertino ha infatti iniziato a raccogliere un elenco di podcast sin dal 2005 offrendo servizi e strumenti per cercarli, valutarli e sottoscriverli tramite iTunes o con l’app Podcast, preinstallata su ogni iPhone.   
Si tratta quindi della piattaforma di riferimento e quasi una scelta obbligata per la distribuzione del tuo podcast, ma vi sono comunque altre soluzioni che possono essere utilizzate in alternativa o in sinergia con la piattaforma Apple.

Spotify

La posizione privilegiata di Apple è ora messa in discussione dal ruolo che Spotify sta cercando di ricavarsi nel settore dei podcast attraverso acquisizioni e ampliamento dell’offerta dei propri contenuti. Negli ultimi due anni Spotify ha infatti acquisito aziende di podcasting come Gimlet, Anchor, Parcast, Megaphone e Podz. Anche l’acquisto di Betty Labs e il successivo rilascio dell’app Greenroom deve essere visto in quest’ottica.

Google Podcasts

Il ruolo del gigante di Mountain View nel settore dell’audio on-demand sembra essere ancora marginale, come possiamo vedere dalle statistiche di Buzzsprout:

  • Apple Podcasts 29.8%
  • Spotify 29.4%
  • Google Podcasts 2.7%
  • CastBox 2.9%
  • Web browser 2.6%
  • Embedded Player (sito web) 1.9%
  • Podcast Addict 1.6%
  • Buzzsprout 1.3%
  • Overcast 1.2%
  • Stitcher 0.9%

Tuttavia la piattaforma Google potrebbe ricavarsi in futuro uno spazio maggiore grazie alla scelta di passare dal servizio Google Play Music all’app Google Podcast e fare leva sulla posizione di vantaggio nel settore mobile, dove il sistema operativo Android può vantare circa l’80% del mercato.

Facebook

Anche la società fondata da Mark Zuckerberg vuole giocare un ruolo di primo piano nel settore dell’audio e, oltre alla propria soluzione per il social audio, ha esteso il supporto per i podcast all’interno della piattaforma Facebook.

A giugno 2021 Facebook ha infatti annunciato (v. Fig. 2) che sarà possibile ascoltare i podcast direttamente sull’app mentre si naviga sul Newsfeed o si sposta l’app in background. In particolare questo vuol dire che Facebook diventa a tutti gli effetti una piattaforma per la distribuzione degli audio on-demand, in quanto gli autori potranno pubblicare gli RSS feed dei loro podcast direttamente su Facebook.

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Fig. 2: sarà possibile ascoltare i podcast all’interno di Facebook (foto dal sito web Facebook)

Come promuovere il tuo podcast

In questo articolo e in quello precedente abbiamo passato in rassegna le varie fasi di ideazione, creazione e pubblicazione del tuo podcast. Ma il lavoro non finisce qui: dovrai infatti dedicarti con impegno e continuità alla promozione del tuo contenuto audio. Data la crescente concorrenza in questo settore riuscire ad essere “scoperti” dal proprio pubblico non è assolutamente una cosa scontata!

Ancora una volta la recente indagine BVA Doxa ci fornisce utili indicazioni sulle fonti preferite dagli utenti per cercare podcast da seguire. Come vediamo dalla Fig. 3, la presenza all’interno delle piattaforme specializzate è fondamentale per essere trovati e scelti (62% dei casi). Tuttavia anche i motori di ricerca e i social media sono dei canali da presidiare e da ottimizzare.

fig 3 fonti ricerca podcast
Fig. 3: fonti di informazione per cercare podcast da seguire (Fonte: indagine BVA Doxa)

A tale proposito ti potrà essere utile adottare una strategia di web marketing che preveda l’utilizzo delle tecniche normalmente utilizzate per la promozione di contenuti: sui vari canali digitali:

  • Ottimizzazione in ottica SEO del tuo podcast website (se ne hai uno).
  • Pubblicazione di una trascrizione testuale degli episodi all’interno del tuo podcast website.
  • Condivisione di contenuti degli episodi del tuo podcast (informazioni, citazioni, copertina, estratti audio, etc) sui vari social media.
  • Informazione degli iscritti tramite la tua newsletter (se ne hai costruita una nei mesi precedenti al lancio del podcast).
  • Partecipazione come ospite ad altri podcast o ad altri eventi su piattaforme di Social Audio come Clubhouse o Twitter Spaces, di cui parleremo nei prossimi capitoli.
  • Richiesta ai tuoi ascoltatori delle recensioni.
  • Studio delle statistiche dei tuoi podcast tramite Google Analytics o gli strumenti nativi di analytics fornite dalle podcast directory (come esempio, v. la Fig. 4 relativa ad Apple Podcasts Analytics). Grazie all’analisi delle informazioni statistiche quali numero di download, durata media di ascolto, numero di iscritti ed altre, potrai comprendere quali sono gli episodi o gli argomenti che hanno avuto più successo, prendere spunti e migliorare la produzione complessiva dei tuoi podcasts.
fig 4 statistiche apple podcasts
Fig. 4: un esempio delle informazioni statistiche presenti all’interno di Apple Podcasts
(Fonte: Apple)

Se vuoi approfondire questi argomenti e i temi più generali del voice marketing e dei live audio, allora potrebbe interessarti il mio libro “Podcast e Clubhouse”, pubblicato da Lupetti Editori di Comunicazione.


[1] RSS (Really Simple Syndication) è uno dei più popolari formati per la distribuzione di contenuti web.

5 passi per creare il tuo podcast (guida pratica)

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I podcast sono un concetto relativamente nuovo ma che sta rapidamente prendendo piede come strumento per costruire e mantenere la reputazione, sia aziendale che individuale.

Che tu sia un freelance, un professionista o un imprenditore individuale, curare il tuo Personal Branding è fondamentale per la crescita del tuo business e il raggiungimento dei tuoi obiettivi.

In questo scenario, l’utilizzo di un podcast può senz’altro aiutarti a costruire e migliorare la tua reputazione, dal momento che poche cose sono più “personali” del suono della voce. Certamente ci sono altri mezzi per far crescere il tuo personal brand, come blog, video, webinar, social media. Tuttavia il personal podcast ha il vantaggio di permettere un certo grado di intimità e di vicinanza con il tuo pubblico: se hai creato un contenuto di qualità, gli ascoltatori inizieranno ad avere la sensazione di conoscerti, anche se non ti avranno mai incontrato di persona.

Ma dove partire per creare un personal podcast? Vediamo di seguito i passi principali.

  1. Individuare l’argomento del podcast
  2. Scegliere il formato e il “tone of voice
  3. Curare il titolo e altri dettagli
  4. Scegliere il luogo e l’equipaggiamento per la registrazione
  5. Distribuire il podcast.

1. Di cosa parlerà il tuo podcast?

Il punto di partenza è ovviamente quello dell’argomento che tratterà il tuo podcast.

Se rappresenti un’azienda, la tematica del tuo branded podcast sarà relativa al settore in cui opera l’organizzazione e quindi, in questo caso, la scelta sarà in qualche modo facilitata.

Come creator ti troverai invece, molto probabilmente, in una di queste due situazioni:

  • difficoltà a trovare un’idea
  • molte idee ma difficoltà a sceglierne una.

In entrambi i casi ti consigliamo di prendere carta e penna e di buttare giù una prima lista di idee dalle quali partire.          
Inizia con pensare a qualcosa che ti interessa particolarmente e su cui potresti facilmente creare dei contenuti.
Passa poi a valutare quali sono i tuoi punti di forza (USP: Unique Selling Point) e gli elementi che ti rendono unico:

  • skills che hai sviluppato;
  • competenze che hai acquisito;
  • situazioni che hai affrontato;
  • problemi che hai risolto.

Infine individua degli argomenti che possano veramente interessare il tuo pubblico. A questo scopo dovrai dedicare del tempo alla ricerca e all’ascolto di quello che appassiona la tua audience, intervistando alcuni dei tuoi contatti o facendo delle ricerche online:

  • studiare i trend più popolari in quel momento su Google Trends (v. Fig. 1);
  • consultare i titoli e l’indice dei libri di maggiore gradimento (3 – 4 stelle) su Amazon;
  • leggere i blog o le newsletter degli esperti su un determinato argomento;
  • ascoltare altri podcast;
  • seguire le conversazioni che ottengono maggiore attenzione sui social media (Facebook, Twitter, etc);
  • consultare forum e siti di domande e risposte, come Quora o Reddit.
Fig. 1: le ricerche del termine “podcast marketing” su Google Trends

Arrivato a questo punto dovrai fare un ulteriore passo ed individuare una specifica nicchia di mercato, che tenga conto dei tuoi USP e degli argomenti che possano essere maggiormente interessanti per il tuo pubblico. Contenuto e pubblico sono infatti strettamente collegati: non puoi decidere il contenuto del tuo podcast se non conosci la tua audience e viceversa non potrai avere un pubblico se non avrai condiviso qualcosa che sia di suo interesse.

2. Scegli il formato e il “tone of voice”

Ora che hai trovato l’argomento e scelta la tua nicchia è il momento di decidere quale sarà il formato del tuo podcast.

Sono infatti possibili diversi tipi di formati che puoi adottare e nulla vieta di combinarli all’interno della tua programmazione (ad es.: un documentario in un episodio e un’intervista in un altro episodio): intervista, conversazione, monologo, documentario, racconto, storytelling.
Non esiste in assoluto un formato vincente: la scelta dipenderà da molti fattori (i tuoi USP, nicchia di mercato, contenuti a tua disposizione, etc) e potrai comunque modificarlo sulla base dell’esperienza e del feedback che riceverai dagli utenti.

Altrettanto importante sarà lo stile che adotterai, cioè quello che in ambito di comunicazione di impresa viene chiamato il tone of voice (tono di voce).

La scelta del tone of voice stabilisce infatti la modalità di relazione che vorrai stabilire con il tuo pubblico: colloquiale, cattedratico, ironico, serioso, etc. Se avrai individuato il tono di voce più adatto al tuo pubblico, i tuoi contenuti saranno senz’altro efficaci e rafforzeranno le interazioni e la tua reputazione professionale.

3. Cura il titolo e gli altri dettagli

Nel mondo ci sono oltre 800.000 podcasts: gli ascoltatori hanno solo l’imbarazzo della scelta! Quando un potenziale ascoltatore arriva su una delle varie piattaforme di distribuzione, come Apple Podcasts o Spotify, decide velocemente quale sia il contenuto di suo interesse. È estremamente difficile che una persona dedichi del tempo a scaricare e ad ascoltare i minuti iniziali di un podcast per comprendere se si tratta di quello che sta cercando. Dovrai quindi dedicare molta attenzione a definire alcuni dettagli che hanno un peso fondamentale nel decidere il successo del tuo podcast: titolo, descrizione, copertina, struttura e durata.

Come ci ricorda Apple nella sua guida alla creazione di podcast, “Fate attenzione ai campi titolo, autore e descrizione del vostro podcast. Apple Podcasts utilizza i campi titolo, autore e descrizione per la ricerca. I metadata, insieme alla copertina del podcast, sono parte integrante del confezionamento del vostro prodotto e influiranno sulla possibilità del vostro podcast di comparire nelle ricerche e di ottenere l’iscrizione di utenti”.

Secondo i dati di un’indagine di BVA Doxa, il tema/argomento di un podcast è il driver principale nella scelta insieme al Conduttore/autore e al titolo (v. Fig. 2).

Figura 2

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Fig. 2: Tematiche più interessanti per i podcast (Fonte: indagine BVA Doxa)

4. Dove e come registrare

Ora che hai definito in dettaglio i punti di partenza del tuo blog (argomento, formato iniziale, nome, frequenza) sei pronto per il passo successivo. Non devi però avere fretta perchè prima di andare live dovrai dedicare del tempo all’importante scelta del luogo dove registrerai il tuo primo podcast e l’equipaggiamento necessario.

La qualità audio è infatti elemento fondamentale per il successo di un podcast e si possono perdere rapidamente degli ascoltatori interessati ad un contenuto se il suono delle registrazioni non è di buona qualità.

Le tue scelte dipenderanno sia dal budget a disposizione che da alcune caratteristiche del tuo podcast:

  • il numero di speakers
  • se gli speakers si trovano o meno nella stessa stanza
  • se prevedi di avere degli ospiti e se questi saranno collegati da remoto
  • utilizzo di uno studio di registrazione professionale.


Una trattazione approfondita di questi argomenti meriterebbe uno spazio dedicato dal momento che andrebbero esaminati molti aspetti tecnici, alcuni anche abbastanza complessi, relativi ad assorbimento/propagazione del suono, hardware e software per la registrazione e l’editing.

Nella parte finale di questo articolo passeremo comunque in rassegna quali sono i principali fattori da prendere in considerazione per il successo del tuo podcast.

Luogo

Qualsiasi sia l’equipaggiamento di cui ti doterai, non dovrai sottovalutare le caratteristiche dell’ambiente dove verranno effettuate le registrazioni.

Se non hai la fortuna di poter utilizzare uno studio di registrazione professionale, tieni presente che dovrai:

  • Eliminare rumori indesiderati, quali orologi, ventole del computer, aria condizionata.
  • Studiare l’impatto di alcune superfici sull’amplificazione o assorbimento dei suoni (ad esempio materiali imbottiti come sedie o divani riducono gli effetti di eco che sono invece generati da superfici rigide).
  • Valutare l’acquisto di pannelli assorbenti, per creare una mini sala di registrazione all’interno del tuo ufficio o abitazione, o di schermi fonoassorbenti portatili per il microfono.

Attrezzatura di base

Per poter partire ti sarà necessario avere almeno:

  • Un computer desktop o laptop opportunamente dimensionato per poter utilizzare programmi di registrazione ed editing di file audio;
  • Un paio di cuffie. In particolare ti consigliamo l’utilizzo di un dispositivo con padiglioni auricolari chiusi (invece di semplici auricolari aperti come quelli per cellulari) in modo da evitare fastidiosi fenomeni di feedback;
  • Un microfono USB;
  • Un filtro anti-pop.

Se prevedi di fare delle interviste online utilizzando servizi di voice over-IP (Skype, Zoom, etc), accertati di avere delle connessioni internet affidabili e di velocità adeguata. Ad esempio, per un’intervista ad una persona è consigliabile avere un collegamento di almeno 1.5 Mbps in upload e download. Ovviamente la velocità del collegamento dovrà essere superiore se prevedi di avere la partecipazione contemporanea da remoto di più di un ospite.

Software di registrazione e di editing

Esiste un’ampia gamma di strumenti software per la registrazione e l’editing di contenuti audio. Molti professionisti utilizzano per le loro attività delle applicazioni leader di mercato come Pro Logic di Apple o Adobe Audition. Tuttavia questi software, oltre ad avere un costo elevato, hanno una curva di apprendimento abbastanza lenta, dal momento che sono dotati di funzionalità sofisticate e complesse.

Ti consigliamo quindi, almeno per iniziare, di utilizzare degli strumenti più elementari ed economici, come:

  • GarageBand, fornito all’interno del sistema operativo MacOS
  • Audacity, software gratuito disponibile su piattaforme Windows, Mac e Linux.

Per quanto riguarda il formato finale dei files audio delle registrazioni, tutti i principali software di registrazione prevedono l’utilizzo del formato compresso MP3. Si tratta di un formato che si è affermato come standard perchè può essere riprodotto su un numero elevatissimo di dispositivi audio e di applicazioni di podcasting. Ti suggeriamo però di creare in questo formato solo la versione finale del podcast e di utilizzare i formati proprietari del software di registrazione (tipicamente WAV o AIFF) per le elaborazioni intermedie, in modo da non perdere troppa qualità dell’audio a causa della compressione.

Una volta che avrai terminato la registrazione ti aspetta la parte meno piacevole della creazione del tuo podcast: il montaggio della versione finale. A meno che tu non sia già un esperto di editing di contenuti audio, dovrai dedicare infatti un tempo non trascurabile alla post-produzione, cioè “ripulire” il tuo podcast da pause inutili, suoni imprevisti, interviste troppo lunghe, fruscii o tutto quanto può incidere negativamente sulla qualità della tua produzione audio.

In questa fase aggiungerai anche i brani audio che fungeranno da titoli di testa (Intro) e di coda (Outro) del tuo show e che daranno quel tocco di personalizzazione necessario a caratterizzare il tuo podcast.

Man mano che farai esperienza riuscirai certamente a ridurre l’impegno per la fase di post-produzione ma, almeno inizialmente dovrei pensare che a questa fase dovrai dedicare un tempo che è almeno 3-4 volte quello della durata del tuo podcast.

Valuta quindi con attenzione la durata che vorrai dare agli episodi del tuo podcast prima di prenderti un impegno troppo stringente!

5. La distribuzione del podcast

Una volta creato il contenuto, il passo successivo sarà quello di passare al “lancio” del tuo podcast, cioè la scelta della piattaforma di distribuzione e delle modalità di promozione del podcast. Dal momento che si tratta di un argomento che richiede una particolare attenzione ne parleremo in uno specifico post.


Se vuoi approfondire questi argomenti e i temi più generali del voice marketing e dei live audio, allora potrebbe interessarti il mio libro “Podcast e Clubhouse”, pubblicato da Lupetti Editori di Comunicazione.


Statistiche podcast

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Il 30 settembre è l’International Podcast Day, una giornata dedicata a celebrare in tutto il mondo il Podcast. Quale occasione migliore per condividere numeri e statistiche sul podcasting? Il podcast, insieme al social audio e agli assistenti vocali intelligenti, è uno dei trend emergenti degli ultimi mesi.

International Podcast Day

Il crescente interesse per questo medium è reso evidente dal numero globale di ascoltatori di podcast, che, secondo le analisi di Statista, ha raggiunto un nuovo massimo nel 2020 con 485 milioni di utenti in tutto il mondo. Oltre a questo dato, che di per sé già dimostra l’espansione del mercato dei podcast, dovete sapere che, sempre secondo i dati di Statista, si prevede che il numero di ascoltatori potrà aumentare ulteriormente fino ad arrivare ad oltre 800 milioni di utenti nel 2025.

Tuttavia, c’è ulteriore margine di crescita poiché il tasso globale del consumo di podcast è relativamente basso: la percentuale degli intervistati da Statista che ammette di frequentare frequentemente i podcast varia solo dall’1 al 5 percento.

indagine statista ascolto podcast

Fig. 1: i risultati di un’indagine di Statista sull’ascolto di podcast

Come riportato nella Fig. 1, è la Norvegia il leader per la percentuale di ascoltatori, con gli Stati Uniti e il Regno Unito che seguono a ruota. Vale anche la pena sottolineare che i podcast sono particolarmente richiesti nelle fasce di età più giovane. Ad esempio, negli Stati Uniti, il 44% degli intervistati di età compresa tra 26 e 35 anni ha affermato di aver ascoltato i podcast, mentre solo il 22% degli utenti di podcast ha età superiore ai 56 anni. Comportamenti simili possono essere osservati in molti altri paesi come Canada, Germania o Regno Unito.
Anche in Italia emergono numeri molto interessanti. Secondo i dati pubblicati ad inizio 2021 da Nielsen, società specializzata nelle indagini statistiche e sondaggi, i podcast hanno avuto una crescita del 15 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti: si è passati dai 12 milioni di ascoltatori nel 2019, ai 13,9 milioni del 2020.          

E non è l’unico dato positivo per i podcast: l’ascolto medio sale da 23 minuti circa a quasi 25 minuti, e chi ascolta lo fa almeno una volta a settimana.

A conferma del fatto che questa modalità di comunicazione è ormai entrata a far parte della dieta mediatica degli italiani, il livello di ascolti dei podcast si è mantenuto stabile anche nei mesi successivi al lockdown per la pandemia COVID-19.

Altre informazioni utili per inquadrare il fenomeno podcast si possono ricavare da un’indagine BVA Doxa, condotta in Italia su un campione di circa 1000 persone, nella fascia di età 18 – 64, durante il mese di maggio del 2020:

  • circa il 90% degli italiani digitali conosce i podcast e di questi il 39% afferma di conoscerli bene;
  • Il dato di frequenza dell’ascolto del podcast tra chi li conosce bene è elevato. Infatti il 64%, i cosiddetti Heavy Users, li ascolta almeno settimanalmente (v. Fig. 2);
  • Il dispositivo utilizzato per l’ascolto è prevalentemente “mobile” (67%) mentre solo il 23% utilizza il desktop. È interessante rilevare la quota degli Smart Speakers (Alexa, Google Home, etc) che raggiunge il 10%;
  • L’ascolto si concentra in 3 momenti della giornata (mattino, pomeriggio, dopo cena) con un picco durante il pomeriggio e, cosa rilevante, l’ascolto dei podcast risulta essere un’attività multitasking, cioè la si effettua mentre si è impegnati a fare altro, per il 63% dei fruitori. Il restante 37%, invece, si dedica esclusivamente al podcast e lo considera quindi un prodotto di puro intrattenimento;
  • In media si seguono tra i 2 ed i 3 podcast. Circa il 40% (52% tra gli Heavy Users) ascolta più di 3 podcast;
  • L’80% degli ascoltatori si ricorda dei contenuti pubblicitari inseriti in un podcast e ne reputa la presenza meno invasiva rispetto ad altri media;
  • Risulta molto elevato l’interesse verso progetti di Branded Podcast (favorevoli 81% a podcast prodotti da brand e 68% a podcast sponsorizzati) ed alto l’apprezzamento anche per le pubblicità legate alla tematica del podcast (75% favorevoli).
frequenza ascolto podcast indagine Doxa

Fig. 2: frequenza di ascolto dei podcast (Fonte: indagine BVA Doxa, maggio 2020)

Come si può capire da questi dati, è probabile che il podcast si guadagni uno spazio fondamentale nel mondo dell’audio. Con un numero sempre crescente di utenti, l’abitudine a questo media acquisita durante la pandemia ed un naturale cambio generazionale, è molto probabile che il podcast possa affermarsi come un formato standard di intrattenimento audio, divenendo quindi un’importante fonte di entrate per creators, editori e inserzionisti.

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