Guida ai motori di ricerca: la SEO spiegata in 5 minuti

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La SEO in 5 minuti? Per chi si occupa già di Digital marketing questo titolo può suonare strano o addirittura presuntuoso ma…è quello che spesso ci chiedono molti clienti. Per questo motivo abbiamo preparato questa guida ai motori di ricerca.

Conoscere come funzionano i motori di ricerca e come ottimizzare le pagine del proprio sito per essere trovati online è fondamentale per utilizzare in maniera efficace il marketing digitale.

Si tratta di una disciplina molto vasta e che richiede un approfondimento dettagliato per essere assimilata e messa in pratica. Tuttavia conoscere alcuni concetti base della SEO è molto utile per comprendere le possibili strategie e le tecniche da utilizzare per promuoversi in Rete in maniera efficace.

Cominciamo con qualche definizione.

Con il termine Search engine optimization, comunemente abbreviato con l’acronimo SEO, si intende l’ottimizzazione per i motori di ricerca, cioè il processo di miglioramento della visibilità di un sito web o di una pagina attraverso il posizionamento naturale (“organico”) nelle pagine di risposta alle interrogazioni degli utenti del web.

Le tecniche SEO vengono normalmente inserite all’interno di una metodologia marketing più generale denominata Search Engine Marketing (SEM) e che include anche la visibilità a pagamento sui motori di ricerca.

Come funzionano i motori di ricerca?

Una delle principali attività su Internet è la ricerca online. Gli utenti accedono ad uno dei principali motori di ricerca (“search engine”), come Google, Yahoo, Bing per essere indirizzati in modo istantaneo verso i siti che contengono in modo esauriente le informazioni di cui hanno bisogno.

I motori di ricerca utilizzano dei programmi automatizzati (“robot” o più semplicemente “bot”) per scansionare tutto il Web, trovare le pagine web, analizzarle, comprenderne il loro contenuto e inserirle nel proprio database (il termine tecnico con il quale gli informatici chiamano gli archivi contenenti dei dati). Questa operazione viene denominata “crawling” e i programmi automatizzati vengono spesso chiamati “spider”.

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Quando un utente digita un termine o una frase (la cosiddetta “query” di ricerca) nell’apposito campo del search engine, il motore di ricerca scansiona il proprio database per trovare l’indirizzo della pagina web che meglio risponde alla query dell’utente. Il risultato di quest’attività è una lista di risultati che elenca le pagine web che il motore reputa come le migliori per la particolare query.

I risultati di ricerca sono elencati all’interno di una pagina, denominata SERP (Search Engine Result Page), che normalmente contiene sia i risultati a pagamento che quelli non a pagamento (organici).

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In generale i risultati organici compaiono sotto a quelli a pagamento e sono elencati in ordine di pertinenza e rilevanza.

La pertinenza indica quanto meglio si avvicina il risultato alla richiesta dell’utente, mentre la rilevanza stabilisce l’importanza della specifica pagina web tra tutte quelle che figurano tra i risultati. Ovviamente i risultati che il motore di ricerca ritiene più rilevanti saranno posizionati più in alto nella SERP.

L’ordine dei risultati non è determinato manualmente ma utilizza delle formule matematiche denominate algoritmi. Tali algoritmi sono molto complessi ed includono centinaia di variabili che vengono chiamate “fattori di posizionamento” o di “ranking”.

Gli algoritmi cambiano di continuo (probabilmente avrete sentito parlare degli aggiornamenti di Google quali Penguin Update, Panda Update, etc) e i fattori di posizionamento vengono raramente rivelati dai motori di ricerca. Ogni motore di ricerca utilizza un proprio algoritmo, di cui si limita generalmente ad indicare delle linee guida, e pertanto per la stessa query potremo ottenere dei risultati diversi a seconda del motore di ricerca utilizzato.

Quello su cui tutti gli esperti sembrano concordare è che i motori di ricerca basano il ranking su:

  • qualità del contenuto
  • popolarità del contenuto

Inoltre i fattori di ranking vengono generalmente suddivisi in due macro-aree:

  • fattori on-site, cioè tutto quello che ha a che fare con gli elementi presenti all’interno del sito web
  • fattori off-site, che riguardano gli elementi esterni al sito web. Tra questi sono particolarmente importanti il numero e la qualità dei collegamenti verso il sito web da parte di altri siti esterni, oltre alle parole descrittive contenute nel link stesso (il cosiddetto “anchor text”).

Stando alle dichiarazioni di Google, si parla di oltre 200 fattori per determinare il posizionamento di un sito web nelle SERP. Tra questi sicuramente uno dei più importanti è la scelta delle parole chiave (“keyword”), cioè le frasi o le parole contenute all’interno di una pagina web che coincidono (o sono considerate rilevanti) con quanto inserite in una query.

Guida all’ottimizzazione per i motori di ricerca

Se volete che il vostro sito web sia ben posizionato sui motori, ossia che compaia ai primi posti secondo i termini di ricerca degli utenti, dovrete cercare di ottimizzare l’intero sito seguendo delle particolari linee guida su cui si basano anche gli spider dei motori di ricerca.

L’attività SEO può essere descritta come un processo nel quale devono essere eseguite una serie di fasi che descriviamo brevemente in questa questa guida ai motori di ricerca.

1) Identificare le parole chiave

Innanzitutto è necessario effettuare un’analisi preliminare che prenda in esame le attività aziendali, il mercato, la tipologia di concorrenza che si può presentare in Rete, il contenuto del sito (o dei contenuti che verranno pubblicati) e le varie modalità e termini che verranno usate dall’utente nelle query.

Il risultato di questa analisi sarà un insieme di parole chiave che identificano gli argomenti del sito e che dovranno essere utilizzate per arricchire i contenuti delle pagine che compongono il sito web.

Ricordiamo che questa attività va ripetuta per ogni pagina del sito web che si vuole rendere visibile ai motori di ricerca. In linea di principio pagine diverse dello stesso sito saranno ottimizzate per parole chiavi diverse!

2) Scrivere i contenuti in ottica SEO

La sola analisi delle parole chiave non è però sufficiente. Il passo successivo è determinare i luoghi corretti (testo o codice HTML) in cui inserire le parole chiave in modo che il motore di ricerca comprenda il contenuto delle pagine.

I più importanti sono:

  • Il campo “Titolo”, l’elemento che indica ai motori di ricerca l’argomento di cui tratta la pagina. Si consiglia di limitare la lunghezza del titolo a 60 caratteri in modo che non venga troncato al momento della visualizzazione nella SERP.
  • Il campo “Meta Description”, uno dei cosiddetti “meta tag” presenti nel codice HTML della pagina, dove viene descritto il contenuto della pagina (nella SERP è il testo che viene visualizzato immediatamente sotto al titolo) in un massimo di 160 caratteri.
    Il ruolo della “Meta description” è spesso frainteso perché non è un fattore di ottimizzazione della pagina. Tuttavia il suo ruolo è importante perché influenza la decisione dell’utente di cliccare o meno sul risultato della SERP.
  • URL della pagina, cioè l’indirizzo del sito web. Fate attenzione perché molte piattaforme di sviluppo generano l’URL in maniera automatica e quindi potrebbe essere necessario eliminare delle parole non rilevanti.
  • Gli header presenti nel contenuto (H2, H3, etc).
  • Alternative text, il testo descrittivo delle immagini inserito nell’attributo “alt”.
  • Nome del file delle immagini.
  • All’interno del contenuto della pagina. All’interno del testo della pagina dovranno essere presenti le parole chiavi o variazioni delle stesse, prestando una particolare attenzione a non esagerare: l’utilizzo di un numero esagerato di parole chiave “keyword stuffing” può portare ad una penalizzazione da parte del motore di ricerca.
    Inoltre è buona norma inserire la parola chiave il più possibile all’inizio della pagina.

La scrittura dei contenuti in ottica SEO deve inoltre prendere in considerazione l’inserimento all’interno dei testi di link interni, cioè di riferimenti ad altre pagine dello stesso sito. La presenza di link interni è infatti un fattore di ranking e migliora anche l’esperienza utente in quanto consente ai visitatori del sito di ottenere informazioni rilevanti per la propria query di ricerca iniziale.

3) Valutare aspetti “tecnici”

Altri fattori ugualmente importanti per il ranking sono quelli che riguardano gli aspetti “tecnici” del sito, e che sono normalmente di competenza di chi si occupa dello sviluppo e della manutenzione del sito web:

  • ottimizzazione per ricerche da dispositivi mobili
  • tempo di caricamento delle pagine
  • tecnologie adottate per lo sviluppo (ad esempio, viene penalizzato l’utilizzo della tecnologia Flash)
  • architettura del sito

4) Inviare la sitemap del sito

Le attività SEO non terminano con l’intervento di ottimizzazione dei contenuti e della struttura del sito, ma continuano con la registrazione del sito nei motori di ricerca attraverso l’invio di file specifici in formato XML. Tali file sono chiamati sitemap e rappresentano una mappa del sito accessibile agli spider dei motori di ricerca.

5) Misurare le performance

Quando l’intero processo è concluso, occorre controllare periodicamente l’andamento delle visite al sito tramite piattaforme di web analytics come ad esempio Google Analytics oppure strumenti più sofisticati a pagamento. Queste attività consentono un monitoraggio continuo del sito e forniscono alcuni parametri indispensabili per capire se esso è stato ottimizzato in modo appropriato.

Nel caso in cui i dati forniti dagli strumenti di analisi delle statistiche non fossero soddisfacenti o si trovassero comunque delle aree di miglioramento, diventerà necessario partire nuovamente dalla fase iniziale del processo che deve quindi essere visto come un processo ricorsivo.

Riguardo quest’ultimo punto vogliamo ricordare che gli algoritmi dei motori di ricerca sono in continua evoluzione.

Altrettanto variabile è la concorrenza di altri siti web per le parole chiave che caratterizzano la vostra attività dal momento che ogni giorno vengono modificati o inseriti nuovi contenuti.

Periodicamente i motori di ricerca scansionano il web aggiornando il ranking dei vari siti. Questo significa che le attività SEO devono essere viste come un processo continuo e la posizione raggiunta delle pagine del vostro sito per alcune keywords come un qualcosa di dinamico, soggetto a periodiche e, in qualche caso, significative variazioni.

Se siete riusciti a comparire nella prima pagina dei risultati di un motore di ricerca per una certa keyword non avete nessuna garanzia che potrete mantenere quella posizione per sempre! E’ solo con un attenta e costante attività di analisi e di tuning dei fattori interessati dalla SEO che potrete mantenere competitivo, cioè visibile in Rete, il vostro sito.

E se avete un’attività di business locale potete migliorare il vostro ranking tramite Google My Business, uno strumento per la cosiddetta “local SEO“.

Per approfondire il tema della SEO potete anche leggere questi articoli nel nostro blog:

Ottimizzazione SEO: una checklist per il vostro sito web

Che relazione c’è tra SEO e Social Media?

SEO e Social Media: 9 differenze su cui riflettere

Google My Business: guida per iniziare

Buona lettura!

Ottimizzazione SEO: una checklist per il vostro sito web

blog post - ottimizzazione SEO

In questo articolo vogliamo parlare di ottimizzazione SEO, un tema molto sentito da chi ha un sito web e ne vuole migliorare il posizionamento sui motori di ricerca. In una strategia di web marketing non possono infatti mancare le tecniche di Search Engine Optimization (SEO), termine sotto il quale si raggruppano tutte quelle attività che hanno come obiettivo l’incremento del volume di traffico che un sito web riceve da Google e da altri motori di ricerca.

La SEO è al tempo stesso croce e delizia dei marketeer dal momento che offre ottime opportunità di generare contatti di qualità e visibilità per un sito web ma al tempo stesso richiede un’applicazione paziente e costante di tecniche e metodologie per ottenere e conservare una posizione di primo piano nei risultati dei motori di ricerca.

Senza esaminare nel dettaglio i concetti base della SEO – si tratta di una materia vastissima e che comprende molti elementi – cerchiamo di riepilogare in una checklist le attività necessarie per una efficace ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca (SEO audit). Ovviamente queste azioni potranno essere più efficaci se affiancati da una consulenza SEO da parte di uno specialista.

 

ottimizzazione SEO

1) Analisi del mercato potenziale

La SEO è un’attività di marketing e, come tale, non può prescindere da un’analisi dei propri assets e del mercato di riferimento. Sarà quindi necessario individuare prima di tutto le parole chiave rilevanti per i prodotti e servizi offerti, il loro volume (in termini di numero di ricerche mensili) e classificarle secondo le categorie del proprio mercato target. Durante questa fase sarà utile ragionare in termini “marketing personas”:

  • quali sono le caratteristiche dei miei clienti target?
  • quali sono i loro problemi principali?
  • perché dovrebbero scegliere il mio prodotto o servizio?
  • quali termini utilizzano nel fare le loro ricerche?

2) Configurazione e attivazione della reportistica

La configurazione e la predisposizione degli strumenti di web analytics permette di valutare l’impatto delle attività SEO sul business, cioè in termini di visite, leads, conversioni o vendite, etc. e di fornire le basi per il monitoraggio e la verifica dell’efficacia delle attività di ottimizzazione SEO.

3) Verifica dell’indicizzazione e performance del sito web

Attraverso l’utilizzo di Google Search Console o di strumenti equivalenti andrà verificato che i contenuti del sito web siano correttamente indicizzati dai motori di ricerca (attraverso l’invio dei file relativi alla sitemap del sito e dei contenuti da non indicizzare), accertandosi che vengano seguite le linee guida di Google relative a contenuti duplicati, alla qualità dei link in ingresso e anti-spam (gli algoritmi Penguin e Panda).

In questa fase possiamo anche inserire altre attività che sono legate alla qualità del sito web in ottica di ottimizzazione SEO:

  • verifica e ottimizzazione dei fattori on-site (performance del server, adozione del protocollo https, utilizzo di cache e CDN, etc)
  • ottimizzazione delle pagine per i dispositivi mobili
  • creazioni di contenuti multilingua (se si opera a livello internazionale)
  • adozione di dati strutturati (markup di schema.org). L’utilizzo di questi dati è particolarmente consigliato in particolari settori di mercato che richiedono recensioni e punteggi di qualità (ad es. ristoranti o alberghi).

4) On-page SEO

Sotto questa voce possiamo raggruppare tutte quelle attività mirate all’ottimizzazione di una pagina secondo uno o più chiavi di ricerca e che prendono in considerazione diversi fattori ed elementi:

  • parole chiave,
  • URL,
  • meta tag Title,
  • meta tag Description,
  • tag H1,
  • tag H2 – H6,
  • densità delle parole chiavi,
  • titoli e tag alternative text per le immagini
  • link interni

5) Creazione di contenuti di qualità

Creare ed aggiornare con regolarità un blog è in grado di dare un importante contributo ad una strategia SEO.

Il modo migliore e indiscusso per entrare nelle grazie di Google è infatti quello di creare informazioni di qualità, cioè contenuti sempre aggiornati e in grado di stimolare le interazioni e le condivisioni da parte degli utenti sui social networks. Un sito web che sia solo una semplice vetrina di prodotti e servizi viene aggiornato molto di rado e linkato su altri siti web in poche occasioni, al contrario di quello che accade con un blog.

E’ fondamentale ricordarsi che il contenuto dovrà essere pensato per l’utente e non per il motore di ricerca: un contenuto che valga la pena di essere letto è il fattore principale che attira le persone su un sito web e che le spinge a ritornare.

In generale una focalizzazione sulla creazione e condivisione di contenuti di qualità (content marketing), siano essi testi, immagini o video, è alla base delle tecniche di SEO off-page e rappresenta una delle strade migliori per ottenere link in ingresso (inbound links) di qualità. Altre tecniche di link building comprendono la scrittura di articoli per altri siti (guest blogging), la richiesta specifica a siti di amici, clienti o partner, l’inserimento del proprio sito in directories e liste. Si tratta comunque di un’attività da fare con molta attenzione selezionando accuratamente i siti in base alla loro autorevolezza e popolarità ed evitando i link a pagamento, in modo da non incorrere nelle penalizzazioni di Google.

Strumenti utili

Esistono moltissimi strumenti in rete – alcuni gratuiti, altri a pagamento – che possono essere di valido aiuto per le attività SEO che abbiamo descritto.

Tra questi vogliamo segnalarvi:

http://adwords.google.com/keywordplanner

https://trends.google.com/trends/

http://neilpatel.com/keyword-tool/

https://analytics.google.com/

http://statcounter.com/

https://www.google.com/webmasters/tools/

http://www.bing.com/toolbox/webmaster

https://developers.google.com/speed/pagespeed/insights/

http://www.screamingfrog.co.uk/

http://tools.pingdom.com/fpt/

Conoscete o utilizzati altri strumenti per la SEO? Fateci sapere qual è il vostro strumento preferito e se anche voi utilizzate una checklist per tenere traccia di tutte le attività necessarie per una efficace ottimizzazione in ottica SEO del vostro sito web.

SEO e Social Media: 9 differenze su cui riflettere

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Quali sono le differenze tra SEO e social media? Si tratta di un tema molto dibattuto e sul quale esiste molta letteratura in Rete. Tra i vari articoli che affrontano il confronto tra SEO e social media ne ho trovato uno molto interessante in cui Andy Crestodina di Orbit Media riassume in 9 punti le differenze ed i punti in comune.

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Credits: Orbit Media Studios

1) Audience e tipologia della domanda.

Questa è la differenza fondamentale tra questi due canali. Si tratta di due tipologie ben diverse di utenti.

Social Media

Sappiamo molte cose di questo gruppo di utenti ma conosciamo molto poco di quello che pensano: si tratta di individui che navigano e si muovono in maniera abbastanza estemporanea sui vari canali. La loro esigenza di acquisto di un prodotto o servizio può essere classificata come domanda latente. Giocano però un ruolo importante in quanto sono in grado di influenzare le scelte di acquisto dei loro contatti sui canali social.

SEO

Siamo in presenza di una situazione opposta: abbiamo molte informazioni su quello che pensano (le query di ricerca) ma conosciamo poco o nulla su di loro. Chi utilizza un motore di ricerca rappresenta una domanda espressa – una specifica intenzione, esigenza o quesito – e ha una minore inclinazione a condividere o a interagire.

 

2) Tipologia dei contenuti.

Quali tipo di contenuto ha più successo e dove? In sintesi: Social media = trends, SEO = contenuti evergreen.

Social Media

I contenuti in grado di suscitare emozioni sono quelli che funzionano meglio sui canali social. Tutto ciò che possiamo definire “trending topic” ha i social network come medium di riferimento.

SEO

Il mondo dei motori di ricerca privilegia contenuti in grado di rispondere a quesiti ed esigenze che rimangono valide nel tempo, come tutorial o articoli che affrontano in maniera dettagliata uno specifico argomento.

 

3) Formato.

Quale tipo di contenuto ottiene le migliori performance? Immagini, video, testo?

Social Media

I contenuti di tipo visuale sono quelli che ottengono i migliori risultati sui social media: foto e video sono il contenuto con il maggior numero di condivisioni sui social network, così come gli articoli con immagini sono quelli che ricevono più like e share.

SEO

I motori di ricerca apprezzano invece i contenuti testuali e, in particolare, quelli estesi. La lunghezza media di testo di una pagina con un ottimo posizionamento su Google ha infatti oltre 1500 parole.

4) Rapidità.

Dopo quanto si è in grado di vedere i risultati? Vi è una differenza sostanziale tra questi due canali.

Social Media

Anche se costruire una base di follower richiede tempo e pazienza, un contenuto (articolo, immagine, video, tweet) compare immediatamente.

SEO

Dal punto di vista della velocità questo canale è tipicamente lento ed incerto: anche pagine molto rilevanti per una particolare query possono richiedere giorni per essere indicizzate e comparire nei risultati dei motori di ricerca. Spesso c’è bisogno di anni per costruirsi una credibilità ed essere in grado di competere per le query più ambite.

5) Volumi di traffico.

Vi è un limite al traffico che si può ottenere se le attività su un certo canale hanno successo?

Social Media

In linea di principio non vi è alcun limite alla quantità di traffico che una pagina può ricevere attraverso i social media, dal momento che è virtualmente illimitato il numero di persone che può condividere un certo contenuto.

SEO

In questo caso vi è un ovvio limite per questo canale, dal momento che il traffico giornaliero non può superare il numero di persone che cercano una determinata frase in un giorno (volume di ricerca).

6) Durata.

Quanto tempo permane il risultato delle nostre attività su uno specifico canale?

Social Media

La visibilità di un post di successo sui social network è immediata. Tuttavia il contenuto, a parte qualche eccezione, diventa molto rapidamente obsoleto e destinato all’oblio.

SEO

Una pagina che abbia ottenuto un buon ranking può rimanere nelle prime posizioni dei risultati di ricerca anche per settimane o mesi. Non dobbiamo però dimenticare che il mondo del SEO è per sua natura dinamico ed in continuo aggiornamento (cambiano gli algoritmi dei motori di ricerca e può migliorare l’ottimizzazione delle pagine dei nostri concorrenti) e che quindi il mantenimento della posizione sarà comunque determinato dalle nostre attività nel tempo.

7) Misurabilità dei risultati.

Come si misurano i risultati sui social media e sui motori di ricerca? Si tratta di uno degli aspetti più difficili e controversi.

Social Media

Se da un lato è abbastanza semplice misurare le interazioni (condivisioni, like, commenti), non lo è altrettanto per quanto riguarda reach e impression (per una definizione di questi termini si veda ad esempio l’articolo la differenza tra reach e impression di Vincenzo Cosenza). Misurare in maniera accurata la visibilità complessiva di un’attività social – e il suo ROI –  è abbastanza complicato e non esistono metriche univoche: vi sono molte piattaforme diverse e ogni piattaforma ha la propria reportistica. Anche i report delle attività social su Google Analytics non sono sufficientemente accurati.

SEO

Sui motori di ricerca è immediato misurare la reach, attraverso la reportistica generata per le singole query. Tuttavia questi report non indicano le metriche associate al comportamento delle persone che hanno effettuato la ricerca, ma solo informazioni relative a posizione nei risultati, impressions e clicks.

8) Quali sono i KPI?

Ognuno dei due canali ha dei KPI (Key Performance Indicator) molto diversi. Quali prendere in considerazione?

Social Media

Come si è descritto nel punto precedente, i social networks consentono di quantificare in maniera immediata alcune metriche, come condivisioni, commenti, numero di like, numero di followers, etc ma le più significative sono quelle relative all’effettivo coinvolgimento delle persone che costituiscono la nostra audience.

SEO

L’indicatore più evidente per misurare il successo sui motori di ricerca è il ranking di una pagina più che il numero di link in ingresso, un parametro a cui spesso si dà troppo importanza. In generale l’efficacia di una campagna SEO è il traffico regolare che arriva da visitatori che appartengono dall’audience del nostro mercato target.

 

9) La relazione tra Social Media e SEO.

Infine non si può fare a meno di ricordare che il social media marketing gioca un ruolo importante in una strategia SEO e che i due canali sono strettamente interconnessi.

Social Media

Un post che abbia un ottimo posizionamento sui motori di ricerca genera condivisioni, commenti e nuovi followers, incrementando a sua volta la visibilità ed il coinvolgimento sui social media.

SEO

Come è noto a chi si occupa di SEO a livello professionale, stabilire delle relazioni (sia attraverso link building che interagendo con bloggers ed influencers sui canali social) fa parte delle attività di search engine optimization.

Concludendo non possiamo fare a meno di ricordare che sia SEO che social media hanno a che fare con le relazioni con le persone. Sono due strategie di marketing che nascono in ambiti diversi ma che convergono in un’unica direzione: quella di creare relazioni durature con il proprio audience.

Siete d’accordo? Aspettiamo i vostri commenti.

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