Perchè condividiamo qualcosa sui social networks? Cosa ci spinge ad agire piuttosto che limitarci a leggere o ad ignorare un contenuto? Il nostro comportamento può essere classificato in qualche categoria? Queste sono alcune delle domande che ci facciamo quando elaboriamo una strategia di social media marketing basata sui contenuti.
Il tema della psicologia della condivisione è molto popolare tra i marketeers dal momento che la condivisione di contenuti sui social media è una delle migliori tecniche per stimolare la customer engagement e migliorare la visibilità del proprio marchio. Di questo tema si è recentemente occupato il New York Times con la sua indagine “The Psychology of Sharing“.
Lo studio è stato condotto dal New York Times in collaborazione con Latitude Research e si articolato in 3 fasi:
- Interviste individuali.
- Un focus group di una settimana durante il quale i partecipanti sono stati isolati e osservati durante le loro attività di condivisione di contenuti online.
- Una indagine su circa 2500 consumatori abituati a condividere online con media o elevata frequenza.
Alcuni dei risultati dello studio sono particolarmente interessanti per chi si occupa di web e social media marketing. Infatti, come dice Brian Solis, i social media hanno a che fare più con la sociologia e la psicologia più che con la tecnologia.

Psicologia della condivisione: perchè condividiamo
- per fornire contenuti di valore: i partecipanti all’indagine credono che l’informazione possa essere utile (94%) o contribuisca a cambiare un’opinione (49%);
- per rappresentarci: si condividono informazioni per mostrare chi siamo e quali sono le cose che ci interessano maggiormente (risposta indicata dal 68% dei partecipanti);
- per sviluppare il nostro network: la condivisione di informazioni online permette di rimanere in contatto con persone che non è sempre possibile incontrare off-line (78%) o che condividono i nostri stessi interessi (73%);
- per realizzarci: condividere contenuti ci fa sentire maggiormente coinvolti con quanto succede nel mondo (risposta indicata dal 69% dei partecipanti);
- per sostenere una causa o un brand (risposta indicata dall’ 84% dei partecipanti).
Chi siamo
Per meglio classificare le motivazioni, le aspettative, gli obiettivi e gli strumenti di chi condivide online lo studio del New York Times si avvale dello strumento, ormai molto diffuso tra chi si occupa di marketing, delle personas. Più precisamente vengono individuate 6 diversi tipi di persona e per ognuna di esse vengono utilizzate delle parole chiave per descriverne comportamenti, motivazioni, strumenti:
- Altruista (collaborativo, affidabile, attento, connesso, e-mail)
- Carrierista (prezioso, intelligente, networker, linkedin)
- Hipster (creativo, giovane, famoso, all’avanguardia, attento all’immagine personale, poco incline ad utilizzare l’email)
- Boomerang (reattivo, conflittuale, empowered, Twitter, Facebook)
- Connector (creativo, rilassato, attento, pianificatore, e-mail, Facebook)
- Selettivo (ingegnoso, attento, serio, informativo, e-mail)
I fattori chiave per stimolare e facilitare la condivisione
- Fai leva sulla voglia dei consumatori di interagire tra loro (e non solo con la marca)
- Perchè il tuo contenuto sia condiviso devi per prima cosa ottenere la fiducia delle persone
- Semplicità
- Utilizza l’ironia
- Suggerisci un senso di urgenza
- Considera la condivisione solo come un punto di partenza
- Non dimenticare che l’email rimane sempre il canale preferito.
Cosa ne pensate? Siete d’accordo con risultati di questo studio?