Non hanno bisogno di presentazioni: Facebook, Twitter, Youtube, Linkedin sono ormai diventati mainstream, come si identificano in gergo i media dominanti e di riferimento per il grande pubblico.
Ecco però spuntare come funghi, ogni giorno, accanto a questi social media nuovi strumenti social, che si vanno rapidamente a ritagliare un ruolo da protagonisti. Tra questi alcuni nomi, come WhatsApp, sono già diventati abbastanza noti mentre altri, come WeChat, Line, Spotify, Waze, Vine, hanno tutte le carte in regola per aggiungersi all’elenco delle applicazioni da avere assolutamente sul nostro smartphone.
Dobbiamo partire infatti proprio dai telefonini di nuova generazione per introdurre una caratteristica comune dei nuovi social networks: si usano esclusivamente tramite un app o hanno comunque una versione mobile, in modo da far leva sull’esplosiva diffusione di cellulari e tablets che ha reso l’interazione attraverso i canali mobile uno dei canali di riferimento per utenti aziendali e consumer.
Messaggistica istantanea
Il settore della messaggistica istantanea non è certo una novità (v. Fig.1), ma WhatsApp ha reso definitivamente popolare questo mezzo di comunicazione. A soli cinque anni dal lancio, WhatsApp è una delle applicazioni di messaggistica e chat più scaricate ed utilizzate al mondo e, non a caso, è stata comprata da Facebook per circa 19 miliardi di dollari, una delle acquisizioni più costose di tutti i tempi nel mondo hi-tech.
Per avere un’idea:
- 600 milioni di utenti mensilmente attivi (agosto 2014);
- 19 miliardi di messaggi giornalieri (febbraio 2014);
- Sino a 195 minuti di utilizzo in una settimana da parte dell’utente medio (gennaio 2014)
In generale i dati di crescita dei servizi di messaggistica sono impressionanti: Deloitte prevede che nel 2014 il volume di messaggi scambiati giornalmente da questi servizi (50 miliardi) sarà oltre il doppio di quelli inviati come SMS (21 miliardi).
*** Aggiornamento 9/2/2016: a conferma di questo trend di crescita, l’analisi congiunta di varie fonti (Activate forecast, GlobalWebindex, eMarketer, ITO, Activate analysis) di Skift ipotizza un numero di utenti di messaggistica di circa 3.6 Miliardi (contro 2.4 Miliardi di utenti sui social media).
Fonte: Activate forecast, GlobalWebindex, eMarketer, ITO, Activate analysis (2016)
Il principale fattore di successo di WhatsApp risiede probabilmente nell’essere un social network ristretto ad una cerchia di contatti “selezionati”, cioè quelli con i quali si è condiviso il proprio numero di cellulare. Si tratta di un forte elemento di differenziazione rispetto ad altre applicazioni di messaggistica che invece favoriscono l’anonimato, consentono l’apertura della propria rete a sconosciuti e addirittura permettono lo scambio di foto che si autodistruggono. Quest’ultimo tipo di funzionalità sembra essere diventato un settore a se stante – messaggistica a scadenza – come testimoniano le nuove realtà emergenti Snapchat e Slingshot (recentemente acquisita da Facebook).
Per chi non conoscesse ancora WhatsApp diciamo che si tratta di un’applicazione che, in presenza di una connessione 3G o Wifi, consente la chat e l’invio di messaggi multimediali (voce, foto, video) ai contatti memorizzati nella propria rubrica telefonica e che, a loro volta, abbiano l’app installata sul loro telefonino. Il costo di sottoscrizione è molto basso (0,89€ all’anno) e la pubblicità è al momento bandita dalla piattaforma.
Il settore della messaggistica istantanea, pur in forte sviluppo, è comunque ancora molto frammentato a livello geografico, come mostrato nella Fig. 2.
Due dei principali concorrenti di WhatsApp sono partiti dall’Asia con l’ambizione di espandersi a livello mondiale: WeChat facendo leva sulle enormi potenzialità di un mercato esteso come quello della Cina, mentre Line traendo vantaggio dalla consolidata familiarità della propria utenza con i dispositivi mobili. In entrambi i casi il modello di business è basato principalmente sulla commercializzazione di add-on (stickers, emoticon, giochi e applicazioni per l’entertainment – si veda ed esempio il menu principale di LINE in Fig. 3), seppure entrambe le piattaforme lasciano anche spazio alla pubblicità.
Un riepilogo delle funzionalità offerte dalle principali piattaforme di messaggistica istantanea è riportato in Fig. 4.
Caratteristica comune tra i servizi di instant messaging è di parlare il linguaggio dei teenager: sticker, emoticon, cartoon, brevità, immediatezza e creatività. Questo non deve però far credere che non ci sia spazio per il mondo corporate, in quanto alcune delle caratteristiche di queste piattaforme sono particolarmente adatte al social caring:
- Messaggi di tipo push;
- Comunicazioni one-to-one per lo scambio di informazioni di tipo privato e confidenziale, che per loro natura sarebbero inappropriate sui social networks (ad. esempio: indirizzo email, numero cellulare, etc);
- Possibilità di creare profili aziendali ufficiali (Line, WeChat).
Che non si tratti solo di una possibilità teorica lo dimostra il fatto che alcune organizzazioni stanno già valutando l’utilizzo di queste piattaforme per migliorare i servizi di customer care. Una volta tanto non c’è bisogno di andare oltre oceano per trovare una best practice: dallo scorso marzo Brescia Mobilità ha affiancato i profili aziendali Facebook e Twitter con una presenza sui canali Instagram e WhatsApp. Così, inviando un messaggio tramite WhatsApp al numero di cellulare di Brescia Mobilità, è possibile richiedere informazioni su linee, orari, percorsi, porre domande o segnalare questioni relative al trasporto pubblico locale ricevendo risposta in tempo reale.
Spotify
Nel panorama in continua evoluzione del social web abbiamo anche altri servizi che cercano di ritagliarsi un loro spazio proponendo nuove idee di condivisione. A distanza di quasi quindici anni da quando Shaw Fanning e Sean Parker creavano Napster, con l’intento di “far incontrare le persone attraverso la musica”, il File Sharing musicale non è più osteggiato dalle case discografiche e servizi di musica in streaming come Spotify, Deezer, Rdio e altri sono ormai molto popolari. In particolare Spotify è cresciuto molto rapidamente ed è presente in più di 15 paesi con un catalogo di oltre 20 milioni di brani. Il servizio permette agli utenti registrati di collegare i loro account con quelli esistenti su Facebook e Twitter., in modo da poter condividere in maniera semplice ed immediata le proprie passioni musicali.
Waze
Condividere informazioni sul traffico, segnalando incidenti o problemi, è invece l’obiettivo di Waze, una app che alle funzioni di navigatore unisce alcune caratteristiche tipiche dei social networks e delle piattaforme di gamification. Il servizio offerto dalla start-up israeliana, acquisita da Google nel 2013, ha creato una community molto attiva con circa 50 milioni di utenti ed una presenza in oltre 190 paesi. Gli utenti di Waze possono visualizzare in tempo reale il percorso degli amici sulle mappe, contribuire a migliorare l’esperienza di navigazione segnalando imprecisioni nelle mappe o ingorghi, chattare, giocare e accumulare punti.
Vine
Non possiamo concludere questa rapida rassegna senza menzionare Vine, un’app che permette di pubblicare video da 6 secondi come allegati ad un Tweet (Fig. 5). Twitter ha lanciato questo servizio all’inizio del 2013 con l’intento, non troppo nascosto, di fare concorrenza ad Instagram, social network per la condivisione di immagini diventato rapidamente popolare e per questo acquistato da Facebook. Si tratta di un’applicazione particolarmente indicata per chi sente di avere un talento artistico e vuole improvvisarsi regista. Con Vine è infatti possibile registrare, montare e creare un video in pochi secondi e non solo aziende quali Gap, Boheringer, General Electric hanno già iniziato ad utilizzarlo come originale strumento di marketing ma persino Barak Obama !